Prima il dovere, poi il piacere… - Firenze Trasgressiva

Prima il dovere, poi il piacere… - Firenze Trasgressiva


Ciao a chi mi sta leggendo, il mio nome è Katia, ho quasi quarant'anni e, da qualche tempo, mi sono scoperta una traditrice seriale. Se c'è una cosa, però, che mi fa eccitare ancora di più che tradire mio marito, è raccontare delle mie avventure piccanti a dei perfetti sconosciuti, infatti già adesso, mentre scrivo queste righe, sento montarmi dentro una voglia di sesso che, so già, sfogherò con Alessio, il mio nuovo collega preferito, nonché stallone personale... Ma andiamo con ordine... Con Carlo, mio marito, il sesso non è mai stato il nostro punto forte, per quanto ci sforzassimo, la chimica tra noi non è mai sbocciata del tutto; abbiamo davvero provato di tutto, dai sex toy al bondage, dai completini sexy ai massaggi con lubrificanti che dovevano far scattare quel qualcosa che, invece, non è mai scattato. Insomma, non c'è nulla da fare, con Carlo le cose, a letto, non sono mai decollate, ma lo amavo tanto, e lo amo tuttora, forse, ma quando mi sono trovata da sola in una stanza con Alessio qualcosa dentro di me è cambiato, e mi sono ritrovata a fare, e farmi fare, cose che mai avrei immaginato... L'occasione per l'inizio della mia nuova me è tra le più banali, ovvero un viaggio di lavoro a Zurigo, che avrei dovuto fare con il mio quasi sconosciuto collega Alessio, da poco assunto nella mia azienda farmaceutica: alto, giovane e ben piazzato, era il classico giovane uomo che ogni donna della mia età vorrebbe avere, almeno per qualche ora. Arrivati all'albergo, il primo segnale che quella sera sarebbe stata diversa non tardò a palesarsi perché, per un errore di prenotazione, al posto di due camere singole, ce ne diedero una doppia a letti separati; -Sembra proprio l'inizio di una commedia erotica- provai a scherzare con il mio collega, senza sapere che avrei avuto pienamente ragione solo qualche ora dopo...
Dopo una giornata di riunioni noiosissime e presentazioni che mi fecero più volte sbadigliare dal sonno, io e Alessio decidemmo di cenare in un ristorante senza molte pretese vicino all'hotel, con l'obiettivo di farci una buona notte di sonno subito dopo, senza sapere che, di dormire, quella notte non se ne sarebbe parlato, infatti, tornati in camera, la situazione si scaldò quasi subito, il tutto per colpa di un malinteso. Credendo che Alessio fosse uscito a prendere una bibita come era nelle sue intenzioni, infatti, entrai in bagno e me lo trovai davanti, senza un vestito addosso, intento ad asciugarsi il petto dopo che si era dato una rinfrescata; che fisico, altro che Carlo, sembrava uscito da uno dei miei sogni bagnati che spesso faccio, specialmente quando l'occhio mi cadde sul suo membro, davvero gigantesco, tanto che non potei trattenermi dallo sgranare gli occhi esterrefatta... Alessio lo notò subito e mi sorrise: non l'avesse mai fatto... Senza dire una parola quasi lo aggredii, spingendolo verso il lavello e afferrandogli, mentre lo baciavo profondamente, la verga, che diventò durissima in un attimo. Non c'era tempo per le effusioni, però, perché volevo assaggiare disperatamente quello che aveva in mezzo alle gambe, così caddi in ginocchio e iniziai a lavorarmelo con la bocca con una forza e una passione che stupì entrambi. Altro che il manico insignificante e mai troppo turgido di Carlo, quello del mio malcapitato collega era di un'altra categoria, non vedevo l'ora di sentirmelo dentro, ma prima volevo deliziare ancora Alessio, facendolo rimanere di stucco grazie alla mia lingua, che non mancai di passare su ogni angolino di quel capolavoro di carne, assaggiandolo senza sosta e volendo a tutti costi deliziarlo come meglio potevo...
Sentivo il suo bastone di carne pulsare tra le mia labbra, stava per esplodere quando, all'improvviso, Alessio si staccò da me, mi prese di peso e mi scaraventò sul letto, sfilandomi subito la gonna e le mutandine, per addentrarsi tra le mie cosce, cosa che Carlo, in dieci anni di matrimonio, non aveva mai fatto... Strinsi le mani tra i suoi capelli, mentre andava sempre più a fondo, gustandosi la mia essenza di donna prima con voracità, successivamente lentamente e giocando con la sua lingua curiosa, poi, quando fu sazio, mi spalancò per bene le gambe, facendomele tenere ben larghe con le mie stesse mani che afferravano le caviglie, ed entrò. Fui come colpita da un fulmine, con tutti quei centimetri infilati dentro di me tutti d'un colpo, e i miei occhi si sbarrarono nell'estasi del primo affondo, destinata a durare solo un attimo, prima che Alessio ritirasse fuori l'arnese per poi rimetterlo subito dentro, e così via, sempre più velocemente. Ogni volta che entrava, uno spasmo di piacere mi pervadeva, e mi ritrovai a supplicarlo di non smettere e, anzi, di farlo con sempre più forza, cosa che lui non si fece dire due volte, sbattendomi senza sosta e facendomi venire più e più volte. Sembrava impossibile che potesse tenere un ritmo così forsennato a lungo, invece non accennò a diminuire d’intensità, anzi, quando mi fece girare e mettere distesa supina, ricominciando subito dopo a lavorarmi, la velocità aumentò ulteriormente, con la sottoscritta ormai in uno stato di totale estasi.
Che sensazione paradisiaca, mi sentivo così lusingata e, allo stesso tempo, così sporca che volli prendere in mano le redini del gioco, cavalcando quel mio nuovo amichetto con una foga che credo di non aver mai avuto in vita mia, di certo non con mio marito, al cui confronto Alessio sembrava ancora più un portento. Sentivo il suo membro fin nel mio profondo e, tutte le volte che me lo infilavo dentro più che potevo, un gemito sfuggiva dalle mie labbra, sempre più forte, sempre più incontrollabile, fino a quando capii che Alessio non ce la faceva più. Lo feci venire dentro, la pillola in questo si dimostrò, per una volta, utile, perché con Carlo ormai non lo facevamo quasi più, e quando il mio collega raggiunse l’acme del piacere e sentii ognuno dei suoi caldi schizzi dentro di me, solo allora raggiunsi il più grande dei miei orgasmi di quella sera e, probabilmente, della mia vita...
Quello fu il primo di tre, infuocati round, e solamente quando l’alba, ormai, faceva capolino dalla finestra decisi che, per quella notte, avevo avuto la mia dose giornaliera di sesso, anzi, annuale direi… Il tempo di una veloce doccia e di una colazione al volo e dovevamo già essere al primo meeting, che seguii da brava lavoratrice senza perdere il filo: sembrava che quella notte mi fossi riposata più che mai, a dispetto della mia piccola fessura che, esausta ed indolenzita, sentivo chiedere pietà per almeno qualche giorno. Inutile dire che non ascoltai le sue preghiere, perché quella sera lo spettacolo si ripeté con uguale enfasi… Se di solito non mi piacevano questi viaggi di lavoro, ora non perdo occasione per andare volontaria a convegni, meeting e riunioni in giro per l’Europa, a patto, ovviamente, che Alessio venga con me; gli altri miei colleghi, forse gelosi del mio occhio di riguardo nei suoi confronti, iniziano a parlare male di noi, si vociferano diversi pettegolezzi sul mio conto, ma a me poco importa: se una notte di sesso selvaggio, ogni tanto, serve a farmi ritornare da Carlo più solare e impeccabile che mai, chi sono io per negare a mio marito qualche coccola extra? L’importante è che io riceva le mie con regolarità dal mio collega preferito…

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